La mia seconda volta a Montecitorio O. Juravlyova

Îëüãà Ëåîíèäîâíà Æóðàâë¸âà
PERUGIA 23.01.2021 – 10.02.2021

Il 23 gennaio 2014 giusto un anno dopo sono tornata per la seconda volta alla Sala della Regina del Palazzo Montecitorio che ospita la Camera dei Deputati della Repubblica Italiana. C'era il Forum Internazionale "Per un nuovo Euro Mediterranei" organizzato dall'INBIT, dai miei due colleghi del corso sulla politica estera dell'AESI-2012, Dott.ssa Elena Bitonti e Dott. Pietro Infante che mi hanno gentilmente invitata alla presentazione della loro nuova attivita' tenutasi presso la Sala della Regina. Il Forum ha avuto un grande successo visto che partecipavano rappresentanti delle 14 ambasciate in questione. I miei colleghi hanno presentato un progetto sulla formazione globale per giovani. Il giorno successivo ho visitato la mostra sull'Imperatore Augusto presso il Palazzo delle Scuderie del Quirinale e la mostra dei mostri mitologici e dell'antichita' presso il Museo Nazionale Romano. Il viaggio e' andato alla grande dal punto di vista informativo, culturale ed emozionale e cosi' per un’altra volta ho vissuto un'esperienza esclusiva grazie ai miei colleghi universitari italiani. 

Anche questa volta dovevo pianificare il viaggio appoggiandomi ad un'amica italiana, stavolta non romana, bensi' marchigiana, che in quel periodo studiava alla Sapienza e parlava il russo. Pensavo di rimanere a Roma per una notte proprio perche' volevo visitare le Scuderie del Quirinale dove non ero mai stata fino ad allora. Quei giorni era in corso la mostra sul Primo Imperatore Romano Ottaviano Augusto perche' quell’anno Roma e l'Italia commemoravano l’anniversario della sua scomparsa avvenuta duemila anni fa. “Il Bimillenario Augusteo” cosi' era stato denominato quell’anno ricco di eventi dedicati all’Imperatore in tutta l’Italia dove lui aveva lasciato le tracce del suo passato e i segni della sua presenza. Potevo finalmente vivere un’era storica dell’Italia e non potevo mancare alla grande mostra su Augusto. Lo volevo conoscere "di persona" e piu' approfonditamente. Volevo immergermi nell’atmosfera della concentrazione sulla sua personalita' e percepirne la sua presenza grande e gloriosa. Con tutte queste aspettative raffinate e solenni si e' spuntato fuori l’evento a Montecitorio del 23 gennaio con il quale si poteva aprire il Bimillenario Augusteo vista la mia esperienza nella stessa sala dello stesso palazzo l’anno scorso. E cosi' ho cominciato i preparativi per un altro viaggio alla Camera dei Deputati e alle Scuderie del Quirinale dove Augusto fissava il cuore della Roma antica. La mia amica marchigiana era felice di vedermi dopo alcuni anni.

L’evento a Montecitorio cominciava alle 10 percio' sono venuta a Roma lo stesso giorno col solito treno da Perugia che arriva circa alle nove alla stazione Termini. Ho preso un pullman fino a via Del Corso e li' ho fatto una breve passeggiata mattutina romana. Tutto era al suo posto come un anno prima, sia Montecitorio sia la Galleria di Alberto Sordi e altri palazzi istituzionali. La giornata era molto grigia e non suscitava alcuna voglia di catturare l’aria triste della Citta' Eterna in un anno cosi' grandioso, tuttavia ho deciso di cristalizzare le immagini di Montecitorio di quel giorno con la mia fotocamera semper fedelis. Come l’altra volta all’ingresso ci accoglievano i ragazzi della segreteria organizzativa con la lista dei partecipanti. Io ero vestita in modo insolito e tutti mi guardavano con tanta curiosita': avevo un colbacco a la russe di visone marrone con la coda dietro e un cappotto lungo attillato di lana nera e volpe polare nera. Purtroppo dovevo svestirmi dentro e lasciare i segni della mia appartenenza russa alla guardaroba insieme alla mia fotocamera che non era gradita all’evento, per cui non mi e' stato permesso di portarla con me. Meno male che abbiamo cellulari con foto e video camere e registratori: ci salvano in situazioni particolari come questa. 

Sono stata accolta in modo amichevole dai miei colleghi artefici di questo Forum Internazionale. Mi sono stupita di quante persone signorili si erano presentate per questi due giovani. L’evento era patrocinato dalle organizzazioni molto importanti che io conoscevo e in due delle quali ero gia' stata: la Rappresentanza della Commissione e del Parlamento Europeo a Roma e la Pontificia Universita' Lateranense. L’evento era internazionale ed erano presenti rappresentanti di quattordici ambasciate. Il pubblico era elegante e d'ambiente diplomatico. A Perugia mi mancava sempre quest’aria di raffinatezza e di maestosita' che io poi ritrovavo a Roma che mi faceva respirare a pieni polmoni la liberta' del presente e la speranza per il futuro. Con questi pensieri sono uscita da Palazzo Montecitorio per poter fare una lenta passeggiata in Piazza di Monte Citorio e in Piazza del Parlamento immortalando con la mia fotocamera quel giorno e i palazzi, almeno da fuori, per poi procedere con la mia camminata come l’altra volta verso la Galleria Alberto Sordi per prendere un bel caffe' di pomeriggio e osservare un po’ la gente entrata nella Galleria con le mie stesse intenzioni. Io non avevo fretta perche' la mia amica marchigiana mi aspettava a casa solo verso sera e quindi avevo il pomeriggio libero tutto per me. Cosi' ho tirato fuori un mio quaderno che portavo sempre con me per i momenti di svago e di creativita' che mi potevano cogliere durante il viaggio e cosi' al quaderno affidavo i miei pensieri, le mie osservazioni, i miei disegni o semplicemente annotavo nuove parole in italiano e frasi interessanti, insomma tutto cio' che poteva catturare la mia attenzione e accendere la mia immaginazione. Questa volta ero anche molto emozionata proprio come quando sono stata qui a Palazzo Montecitorio per la prima volta. Pensavo a come sarebbe stato bello vivere e studiare a Roma per poter venire piu' spesso agli eventi presso varie istituzioni. Stavo al caffe' seduta ad un tavolino alto, assoggiando vari tipi di caffe' e osservando la gente che correva su e giu' e sognando, immaginando, scrivendo…

Cosi' facendo la giornata stava spegnendosi e pian piano e' arrivata la sera. Ho chiamato alla mia amica che mi stava gia' aspettando a casa. Ho lasciato la Galleria Sordi a cuor leggero e mi sono diretta a una fermata per prendere il pullman per la casa dell’amica dove non ero mai stata. E' iniziata una mite pioggia, i pullman a quell’ora erano pieni perche' tutti tornavano a casa dopo una lunga giornata di lavoro. Tutti tranne me. Io, invece, ero a spasso per Roma e gia' sognavo un altro giorno alle Scuderie del Qurinale alla mostra dell’Imperatore Augusto. Quella mostra la desideravo piu' del Forum a Montecitorio perche' sarebbe stata un'esperienza per me ancora sconosciuta e, pertanto, tutto quello che e' sconosciuto mi attirava sempre moltissimo, mi emozionava e mi faceva sognare. Quando sono scesa dal pullman, la mia amica mi aspettava alla fermata, era molto felice e ci siamo abbracciate come ai vecchi tempi  a Perugia. Nell’appartamento lei viveva con altre ragazze italiane ma quella sera erano fuori. Per cena lei mi ha preparato un piatto che per me era strano perche' noi, russi, non prepariamo le uova in questo modo, cosi' ho conosciuto anche una nuova ricetta italiana. Lei ha fatto le uova farcite con prosciutto cotto e con formaggio che mi sembrava strano ma mi e' piaciuto. A occhio nudo sembravano “blini russi”, invece, era una “omelettee” all’italiana. Quindi, ho scoperto un’altra piacevole differenza e somilianza tra le nostre culture e ho preso questo semplice piatto in considerazione per future colazioni perugine alla russa. Abbiamo parlato moltissimo e siamo andate a letto tardi. Il giorno dopo lei doveva fuggire all’universita' per dare un esame ed io, invece, senza alcuna fretta e con molta calma mi sono diretta verso il Palazzo Quirinale. La giornata era grigiastra-blu vista la pioggia caduta la sera precedente che non prometteva grandi fotografie.

In ogni caso non vedevo l’ora di raggiungere il Quirinale. Sono arrivata con un pullman in via Del Corso e, passeggiando, sono uscita direttamente in Piazza Venezia. Come scherzo sempre in casi come questo, quando non vedo da tempo qualcosa che mi manca, ho pensato: “Il Vittoriano e' lo stesso e al suo posto come era un anno fa quando l’ho visto per l’ultima volta. Non e' cambiato e non e' fuggito da nessuna parte. Solo la cupola celeste sopra il monumento e' tristemente grigia.”

Ma questo non mi ha ostacolato di scattare qualche foto per immortalare la mia presenza qui quel giorno. Finalmente mi sono trovata in Piazza del Quirinale sull’omonimo colle davanti alle porte del palazzo delle Scuderie del Quirinale, sede di mostre ed eventi culturali, sito davanti al Quirinale stesso, la residenza ufficiale del Re d’Italia e del Presidente della Repubblica Italiana.

All’ingresso c’era poca gente. L’Imperatore Augusto mi fissava con il suo sguardo d’aquila dalla sua locandina appesa sopra l’ingresso. La mostra stava per finire il 9 febbraio, cosi' non sapevo se sarei tornata a Roma un’altra volta prima della data di chiusura della mostra e ho approfittato della mia presenza al Forum di Montecitorio. Quando sono entrata dentro le Scuderie e dopo aver lasciato le mie cose nella guardaroba, ho respirato profondamente e mi sono rilassata: avevo una giornata intera davanti a me da passare bene e da sfruttare in modo informativo, intelligente ed esteticamente piacevole.

Purtroppo non e' stato permesso di fotografare la mostra di Augusto, cosi' ho utilizzato la fotocamera per fermare gli istanti delle belleviste che si aprivano sulla Piazza del Quirinale dalle finestre del palazzo. Il Primo Imperatore Romano ha catturato tutta la mia attenzione e l'immaginazione con la sua solenne imponente immagine nuda e potente e cosi' mi sono completamente immersa nella storia che avvolgeva i suoi segreti imperiali. I miei pensieri e sentimenti alati aleggiavano nell’aria generati dalla mia percezione acuta e accarezzavano l’immagine augustea nutrendo il mio desiderio estetico e il senso della bellezza. Immaginavo l’antica Roma dei suoi tempi e sognavo di essere li' per conoscere il Primo Imperatore. In Uzbekistan quando avevo i capelli d’oro mi chiamavano “Venere di Botticelli”, cosi' potrei apparire davanti all’Augusto nei suoi panni. Interessante cosa direbbe?

Sognando in questo modo e vagando su e giu' tra i piani del palazzo toccando l’atmosfera dell’antichita', mi sono imbattuta in un accogliente ristorantino e ricco di sapori e gusti, le cui finestre davano proprio sulla Piazza, sul Palazzo del Quirinale e sulla Fontana dei Dioscuri. C’erano gia' parecchie persone dentro e, come mi hanno spiegato, era molto apprezzato dagli impiegati del Quirinale che occupavano subito e presto i posti migliori vicino alle finestre nell'ora di pranzo. Comunque c’era un posticino vicino ad una finestra anche per me.

Dopo tre ore di salite e discese in tacchi alti sulle scalette del palazzo, ero molto felice di poter finalmente godermi tranquillita' e sedermi con un buon calice di vino bianco e una varieta' di antipasto freddo osservando dalla lunga e alta finestra la residenza del Presidente della Repubblica. E' una sensazione indimenticabile a mozzafiato quando ti senti all’improvviso parte della vita di un Paese straniero che prima era estraneo perche' stai scrivendo la propria storia toccando l’animo di questo Paese con le tue azioni.

In vino veritas! Stavo godendomi il vino a piccoli sorsi percependo la sua lenta influenza sul mio corpo e umore e osservavo dalla finestra tutta la Piazza del Quirinale con il suo Obelisco e i Dioscuri con i cavalli tutti tinti della luce grigia della giornata. In ogni caso stare qui da sola nella Citta' Eterna dell’antica Roma proprio davanti al Palazzo del Presidente con un bel calice di vino e con le fantasie poetiche augustee per la testa e osservare la giornata che passava godendone gli attimi fuggenti insieme al buon cibo mi estasiava.

Osservavo le belleviste che si aprivano dalla finestra pensando a quanto sarebbe bello vivere in questa zona proprio come io abito nella zona del Palazzo Bianco del Presidente dell’Uzbekistan nella sua capitale che si chiama Tashkent che vuol dire in uzbeko vuol dire “la citta' di pietra”. Anche li' nella mia zona si poteva ammirare la zona residenziale dalla finestra del ristorante della Banca Nazionale che sorgeva proprio davanti al Palazzo del Presidente della Repubblica dell’Uzbekistan, dove amavo venire per assaggiare la cucina uzbeka.

Ricordando cosi' i miei bei giorni a Tashkent, che si sposavano perfettamente con la percezione della situazione presente non potevo certo dimenticarmi dei dolci che mi rallegravano con i loro colori vivi e pregni della luce del sole e del fuoco. La torta alla fragola e all’ananas con una tenerissima crema era perfetta per coccolare il mio palato e colorare una giornata cosi' tremendamente grigia.

Dopo un bel pranzo variegato ci voleva un’altra bella passeggiata meditativa per recuperare i ricordi della prima impressione suscitata dalla figura del Primo Imperatore romano per trarre conclusioni, per emozionarmi ancora e alla fine per salutarlo come si deve a personaggi di questo tipo. Mentre scendevo verso l’uscita pian piano passando vicino alle lune finestre del palazzo che davano sui tetti dei palazzi di Roma e aprivano su vedute cosi' spettacolari da incantare gli sguardi di tutti i passanti della mostra, giungeva l’ora del crepuscolo o la famosa l’ora blu in cui le fotografie diventano fiabesche ed e' l’ora che preferisco piu' di quasiasi altra ora perche' tutto il mondo intorno cominica a cambiare il colore per poter entrare nel regno della Notte e del Morfeo. Da queste finestre si vedeva addirittura anche il monumento Vittoriano. Sono rimasta in preda allo stupore per il fatto di trovarmi in un edificio dal quale potrei vedere tutto il centro storico di Roma. Il mio pensiero sfiorava i tetti delle case romane incuriosito dalla storia che poteva raccontarmi una finestra di quella casa li' nascosta sotto la chioma piatta di questo albero serpeggiante oppure se un giorno in quel balconcino usciva una fanciulla felice aspettando un suo corteggiatore e cosi' via.....le mie fantasie non avevano limiti. Purtroppo non ero sola ad aprezzare queste bellezze. Dico purtroppo perche' volevo rimanere t;te a t;te con la mia anima e quella della citta' di Roma senza essere distratta dagli altri esseri umani che con la loro presenza disturbavano i miei confini personali. E cosi' cercavo di staccarmi da tutti e da tutto tranne dall’immagine che si apriva davanti ai miei occhi. Era uno dei miei viaggi mentali che mi piaceva fare spesso. Ma fuori diventava piu' scuro e si sono accese le luci e la superficie di asfalto brillava umida con scintille dorate. Cosi' la giornata stava volgendo al termine e mi ha fatto notare che l’ora della mia partenza per Perugia si avvicinava. All’improvviso diventata triste per questo fatto, ho lasciato le Sciuderie del Quirinale per proseguire verso la Stazione Termini.

La gente di Roma stava tornando a casa dopo una lunga giornata di lavoro e non notava la Citta' Eterna nella quale viveva ed io, invece, cosi' disoccupata nel bel mezzo di una settimana lavorativa raccoglievo dentro di me sentimenti preziosi di queste due giornate romane trascorse baciata dalla Fortuna. Non volevo rientrare a Perugia. Sentivo la mancanza di qualcosa. Di una missione incompiuta. E ho realizzato di non avere nessuna foto di statua antica nonostante avessi visitato la mostra di Augusto. E volevo tanto avere qualche pensierino fotografico di un’antichita' scoperta in questi giorni. Avevo ancora due ore da trascorre a Roma e cercavo un’altra ragione, un altro motivo per poter rimanere qui ancora un po’ e  sfiorare la Capitale con il mio sentimento profondo. E questo motivo all’improvviso e' apparso dal nulla. Davanti ai miei occhi ecco rgersi il Palazzo Massimo alle Terme in cui si trovava il Museo Nazionale Romano con la mostra delle statue antiche provenienti dagli scavi di Roma ed io senza pensarci due volte mi sono fiondata dentro di corsa. Ecco il tesoro ritrovato che si poteva fotografare! Avevo le batterie della fotocamera scariche e una fotocamera del cellulare d'appoggio. Cosi' armata in un’ora dovevo fare un giro veloce di tutte le sale in quattro piani per fotografare tutto il possibile caricando le batterie con l’energia dei palmi delle mani. Era una missione impossibile. Ero sorpresa di scoprire come riuscivo a caricare le batterie cosi', forse avevo tanto calore nelle mie mani che mi curavano sempre meglio di qualsiasi medico. I palmi delle mie mani erano magici e lo sono anche adesso. Cosi' ragionando, correvo su e giu', ammirando la bellezza dell’antico corpo nudo e fotografando l’infotografabile con i miei scarsi strumenti tecnologici. Mi sembrava di aver gia' visto alcune statue nel libro preferito di mia madre “Mitologia greco-romana” a casa sua che anch’io amavo moltissimo e studiavo con dedizione. Ed ecco si;! La Niobide degli Horti Sallustiani, l’Afrodite al bagno, il Pugile in riposo.

Osservavo i corpi perfetti nella loro bellezza usciti da sassi di marmo senza forma che richiamavano di essere toccati e sfiorati ma purtroppo nei musei non si tocca. Non sapevo di trovarmi in uno dei piu' importanti musei del mondo. L’ho scoperto dopo essere rientrata a Perugia curiosandomi in che cosa mi sono imbattuta strada facendo. Pensavo in quel momento: “Come mai passavo qua e la' davanti a questo museo molte volte e non ci sono mai entrata? Perche' la gente passa e non nota l’esistenza di tali tesori sotto il proprio naso? Non vede piu' niente tranne lo spazio delimitato dalla propria attenzione.” Quella sera ero felice di ritrovare la mia attenzione fuori del comune che mi ha aperto un mitico mondo meraviglioso. Piu' sale lasciavo alle spalle, piu' diventavo felice. Pitture e mosaici, ritratti, sculture, bronzi, avori, medaglie, rilievi, affreschi, stucchi, sarcofagi, originali greci in marmo brillavano della luca bianca o dorata sullo sfondo notturno nero e diurno bianco ed io, tutta agitata, cercavo di fare il mio meglio fotografandoli.

Cosi' girovagando tra le statue all’improvviso mi sono fermata senza fiato: e' apparsa LEI! In tutta la sua nudita' e bellezza di marmo. Come fosse una fanciulla viva addormentata nella stanza e poi stregata per diventare una pietra bianca. LEI e' la scultura piu' bella dal mio punto di vista che si trovava in questo palazzo. LEI e' l'incanto marmoreo che suscitava le mie fantasie poetiche piu' raffinate. LEI dormiente sdraiata sul lettino sembrava che per poco non facesse un profondo respiro per poi aprire gli occhi e alzarsi dal letto. Davanti a LEI ho passato piu' tempo per assorbire la sua bellezza e poi felice e contenta di tutto cio' che ho visto e ho vissuto in quei giorni a Roma sono uscita dal museo e sono andata di corsa alla Stazione Termini per fare in tempo a mangiare un bocconcino prima di partire per Perugia.