La mia storia della Scarzuola - Olga Juravlyova

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Perugia, il 10 marzo 2019

La storia e' tutta vera.

La prima volta che ho sentito parlare della Scarzuola e' stata nell'anno 2014, anzi, avevo letto e visto delle fotografie di questo posto proprio uguali a quelle mie in questo mio album scattate il giorno 2 marzo 2019, relative alla mia prima e, penso, unica visita di questo posto. Quindi la mia conoscenza della Scarzuola risale all'anno 2014 quando mi sono imbattuta in un evento pubblicato su facebook che invitava la cittadinanza a partecipare ad un concerto di musica d'arpa con la voce di una Bambina Mistica che doveva tenersi al tramonto alla Scarzuola. Mi ricordo di essere rimasta meravigliata, emozionata, agitata di poter assistere al concerto magico pero' poi si sono perse le tracce di quella pubblicazione e di conseguenza ho perso il concerto. In seguito ho visto un'altra pubblicazione e un video di un analogo concerto tenutosi presso la Basilica di Santa Maria degli Angeli ad Assisi nel quale piccole fanciulle vestite di lunghe tuniche bianche, scalzate e con i capelli sciolti cantavano con l'accompagnamento dell'arpa rappresentando bambine mistiche. Avevano delle vocine angeliche e sembravano creature celestiali con la loro esibizione. Io ero cosi' catturata dal loro canto e dalla loro immagine che non potevo che rimpiangere la mia assenza al concerto d'arpa alla Scarzuola. Il terzo messaggio dello stesso evento mi e' arrivato dal Tempio di San Bevignate. Ho letto solo una comunicazione a proposito e non ho visto il video pero' la mia ricca fantasia e la mia instancabile immaginazione ne hanno sviluppato tutta la scena del concerto del Tempio di San Bevignate. Sempre al tramonto quando la luce del sole di color arancione entra in un'alta finestra rotonda della chiesa, tingendo tutti gli affreschi dipinti di giallo e arancione chiaro con l'arancione intenso facendo risplendere l'interno della chiesa, come se fosse baciata dalla fiamma, che fa calare il giorno annunciando il crepuscolo. E in questa ora magica lo spazio diventa misterioso e la voce di una Bambina Mistica vola verso l'alto facendo tremare l'anima con il suo incanto. Cosi' io immaginavo quel concerto da me perso per sempre in quell'istante di quell'estate di quell'anno.

Questa immagine favolosa mi ha perseguitato tutto il tempo e ha nutrito il mio desiderio di andarci un bel giorno per percepire l'ambiente magico, leggerne i simboli, rimanere in silenzio e in armonia con la natura e scoprire piaceri nascosti di quel luogo. Non avendo la macchina, non lo potevo fare da sola. Ma andarci con qualsiasi persona, munita di ruote, in un posto cosi' particolare non era di mio interesse. Quindi ho meditato, meditato... Ho fatto alcuni tentativi ma erano inutili: le persone che mi volevano accompagnare erano comuni e il viaggio si interrompeva sempre prima che cominciasse.

E' successo che l'anno scorso ho conosciuto una ragazza italiana che aveva lo stesso mio hobby, cioe' amava fotografare ed era come me pronta a mettersi in viaggio solo per provare una sensazione a mozzafiato, per immortalare gli attimi sfuggenti delle nostre fragili vite reali non virtuali con l'arma piu' potente che aveva a disposizione. Cosi' noi due tutte armate, ognuna con la propria macchina fotografica, ci siamo incontrate. Ho pensato a voler fare questo viaggio magico alla Scarzuola nel giorno del mio compleanno perche' rispecchiava proprio la mia tradizione personale che e' quella di fuggire da tutti e tutto in un posto sconosciuto dove non sono mai stata prima per poter abbracciare il mistero e la magia di ogni attimo di questo posto e del mio giorno di nascita. Cosi' celebravo di solito la mia nascita dal momento in cui sono venuta in Italia. Mi piaceva partire da sola non si sa dove, quando e per quanto tempo ma sempre con l'acuta coscienza del mio tempo che sentivo forte nel giorno della mia nascita. Sentivo fortemente anche la mia presenza straordinaria in questa vita unica per ognuno di noi e pertanto speciale e preziosa da trattare con rispetto e grande attenzione. Cosi' con questo approccio nel giorno del mio compleanno ho visitato Roma, Firenze, Siena, Milano, Gubbio, Narni e altre citta' italiane e all’improvviso nell’anno 2019 e' spuntata dal nulla La Scarzuola.
 
Mi ero da poco liberata di tutte le mie traduzioni possibili e impossibili, che stavo facendo per il mio lavoro, e ho chiamato alla mia amica italiana amante della fotografia per chiedere se fosse libera la domenica nel giorno del mio compleanno per fare un viaggio insieme alla Scarzuola. Lei si era fissata con la magia del posto dopo aver visto le foto e cosi' mi ha dato il suo gentile ok per prenotare la visita guidata. Purtroppo lei aveva degli impegni nel giorno del mio compleanno e cosi' abbiamo deciso di provare a prenotare il viaggio un giorno prima, cioe' per il sabato successivo nel giorno della Festa dell’Armata Rossa dell’URSS che salvo' il mondo dal fascismo e che meritava di essere festegiata bene. Ho trovato il sito della Scarzuola e ho mandato l’email di prenotazione. Ho ricevuto una risposta che ci ha fissato l’appuntamento alle ore 11 del sabato. E cosi', felici e contente, siamo partite alle 9 dal Prato di San Francesco a Perugia senza navigatore ma con tanta auto sicurezza di arrivare in tempo al posto visto che ci siamo di casa, cioe' in Umbria nel comune di Perugia e quindi tutto dovrebbe essere molto piu' facile da cercare e trovare. Ma il nostro destino aveva in mente altro. Per la precisione, il mio destino non e' mai stato per niente ne' facile ne' semplice, anzi, piu' si complicavano le cose, piu' la fortuna mi soffocava tra le sue braccia. Quindi la strada per Scarzuola era un continuo girare e voltare tra serpentine, boschi e montagne. Nessun’anima viva dei bar locali conosceva quel posto. Erano gia' due ore che giravamo senza alcun risultato e abbiamo cominciato a preoccuparci.

All’improvviso ci siamo imbattute in un bar della stazione di gasolina e siamo scese a prendere un caffe' anche se il tempo stringeva. Io come sempre ho cominciato a chiacchierare con la barista che mi e' sembrata una ragazza simpatica e disponibile a rispondere alle mie domande. E lei ha reagito: ”Ah, cercate quello strano posto con draghi e mostri?” Io, con una tenera speranza: ”Si', si'! Sul Montegiove!”  E lei: “Si', lo conosco. Una mia amica ci e' stata recentemente. Ma dovete andare ancora piu' su nelle montagne, attraversarle e poi li' in un bosco nascosto troverete sto strano luogo con proprietari pazzi.” Noi: “Draghi? Mostri? Ancora montagne? In un bosco nascosto? Proprietari pazzi?” La barista ha riso e ci ha mostrato la strada. Io mi sentivo gia' come in un western negli USA. Abbiamo proseguito per la strada indicata e siamo finite in un bosco fitto senz’anima viva. Il mozzafiato tanto ricercato l'ho percepito subito. Dalla parte destra sono apparsi tre grossi cani bianchi. Ma nessun essere umano. La mia amica ha frenato la macchina e i cani l'hanno accerchiata curiosando. Io ho avuto la percezione di essere in un safari circondata dalle tigri oppure nella taiga coi lupi. Percio' non ho rischiato di aprire la portiera nel caso la mia percezione fosse reale. Quindi i cani-lupi-tigri hanno cominciato a scodinzolare in segno d’amicizia e abbiamo intuito che il permesso di proseguire nella nostra direzione ci era stato da loro concesso.

Mentre la mia amica guidava, io scattavo le foto a destra e a sinistra cercando di registrare la strada con la mia fotocamera mentale e digitale. Dopo un certo tratto stradale sulla cima, che sembrava veramente il Monte del Giove e non poteva essere di nessun altro ma solo di Giove perche' e' il monte piu' alto della zona, quindi, e' ovvio che solo Giove sapeva e poteva scegliere il posto ideale per lanciare i suoi lampi e beccare le vittime mortali da sedurre, si e' sorto uno splendido castello di color pesca. Noi, meravigliate, non potevamo resistere e come pallottole ci siamo fiondate fuori dalla macchina tutte armate e pronte a scattare. Ad un certo istante mi sono sentita come i paparazzi che perseguitavano i proprietari vip del castello. Dopo aver soddisfatto la sete dei nostri occhi abbiamo preso di mira il Castello sul Montegiove e ci siamo lanciate a gonfie vele.

Avvicinandosi al Castello seguendo la strada serpentina, a sinistra ci ha dato nell’occhio un cartello con la scrittura “Scarzuola XIII sec.”  che indicava una stretta stradina piena di pietre che si perdeva tra abeti molto giu'. Io non ero tanto entusiasta di perdermi in un bosco sconosciuto tra pietre e abeti senza alcun collegamento telefonico visto che il cellulare mi mostrava gia' la sua faccia morta e ho proposto alla mia amica di salire per ispezionare il Castello perche' era cosi' bello e attraente e maestoso che non riuscivo a staccare i miei occhi da lui. Avevamo ancora un po’ di tempo e la mia amica ha continuato a guidare verso il Castello Bello.

E, oh, Dei! Si'! Era il Monte del Giove!!! E davanti ai nostri occhi tutti tondi per la sorpresa si ergeva nel suo splendore, degno esclusivamente del Dio Giove, il Castello monumentale. E si'. Si chiamava proprio cosi' “Il Castello di Montegiove”. Purtroppo l’entrata era chiusa con catene e abbiamo baciato la porta. Dopo un primo momento di delusione dall'alto si sono sentite delle voci umane. Non divine. Ho girato la testa e ho visto un gruppo di persone con una guida di genere maschile che faceva una visita guidata del Castello. Felice di incontrare qualche essere umano in questa zona cosi' deserta ho gridato alla guida i miei piu' sinceri saluti e ho chiesto se potevamo anche noi unirci a loro. Purtroppo per me ma ovviamente per fortuna per lui, la guida era cresciuta nell’ambiente molto nobile percio' il mio comportamento non gli e' sembrato appropriato ma con tanta ed estrema gentilezza ci ha spiegato le condizioni e i modi da seguire per poter prenotare una visita guidata per un altro giorno e ci ha consigliato di affrettarci per la Scarzuola perche' quello strano omino che faceva le visite guidate era puntuale come uno svizzero. Profondamente abbattute, con le teste giu' siamo ritornate indietro alle nostre pecore e ci siamo dirette verso cosi' desiderata e tanto amata Scarzuola.

Allora, come io immaginavo, la strada verso questa sconosciuta misteriosa localita' era piena di pietre, abeti, alberi e faceva strane serpentine che ci buttavano su e giu'. Abbiamo girato ancora parecchio prima di arrivare al posto. Ma finalmente abbiamo visto una pianura con macchine senza autisti e uno strano recinto di legno che sembrava circondare una chiesa o un cimitero o chissa' che cosa. Comunque la porta era chiusa con catene e anche qui abbiamo baciato la porta invano. Dopo qualche tempo sono arrivate due coppie, anche loro in ritardo, e cosi' siamo finiti come poveri sfigati del numero chiuso. Dopo i nostri tentativi di scavalcare le mura per circa mezz’oretta dal nulla e' arrivato un ragazzo che distribuiva locandine con la promozione di un pranzo nella taverna e ci ha detto che la prossima visita guidata sarebbe stata alle 15 e che se volevamo aspettare, potevamo pranzare da lui. Erano le 11.30. Tirava un gelido vento molto aggressivo di stampo siberiano che ci spazzava via da questo posto cosi' benedetto. E cosi' abbiamo deciso di non perdere altro tempo cosi' prezioso del nostro sabato e ci siamo dirette in un altro posto leggendario mistico magico e misterioso (questi componenti sono obbligatori per i miei viaggi spirituali) e anche molto sognato da me per fare una visita speciale, cioe' quel posto dove c’e' la Spada nella Roccia e dove si trova il Tempio senza tetto. Avete capito di che cosa si tratta?

Si continua la seconda parte.