Russia nel mondo moderno Evgenij Primakov

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Evgenij Primakov
Gia' Primo Ministro   
Gia' Ministro degli Affari Esteri
Gia' Capo dei Servizi dell’Intelligence Estera

Traduzione effettuata dal russo verso l’italiano senza scopo di lucro per motivi accademici di superare l’esame del corso di Modulo di Jean Monnet alla Facolta' di Scienze Politiche dell’UNIPG di Perugia dalla stud.ssa Olga L. Juravlyova.

Il 9 settembre 2016
Perugia, Umbria, Italia
Traduzione in italiano: Olga L. Juravlyova


Io comincio con la descrizione dell’ordine mondiale moderno. Adesso molti credono che il mondo stia diventando multipolare. Prima dell’arrivo della crisi la quota della Cina nell’incremento del prodotto interno lordo globale di sei volte superava la quota degli USA, dell’India – di quattro volte, dell’UE - di una volta e mezzo di piu'. Nei giorni nostri la Cina ha ridotto i ritmi di crescita del prodotto lordo dal 13% al 9%. Mentre veniva notata la caduta del prodotto interno lordo di tutti gli Stati sviluppati.
 
Nel XX secolo erano due sistemi dell’ordine mondiale: multipolarita' che era prima dell’inizio della Seconda guerra mondiale e il sistema bipolare formato dopo la Seconda guerra mondiale. Il sistema unipolare esisteva solo teoreticamente. Non voglio che mi sospettino nel paragone dell’URSS con la Germania della prima meta' del XX secolo.
 
Non considero che siano uguali. La Germania di Hitler voleva creare il sistema unipolare  basata sull’ideologia fascista che odio' l’essere umano. L’Unione Sovietica principalmente nel periodo quando nella sua amministrazione il ruolo principale aveva Trotskij che proclamava l’esportazione della rivoluzione mondiale, anche fece discorsi sulla formazione dell’ordine mondiale unipolare. Pero' non e' accaduto. Dopo la fine della guerra fredda si e' emersa una tendenza per la creazione del mondo unipolare col centro negli USA in persona.

Allora e' comparsa una dottrina sull’utilitarismo la quale difendevano conservatori americani e che guidava l’amministrazione del Bush-minore. Secondo questa dottrina gli USA stabilivano da dove proviene il pericolo, identificavano uno Stato che era la fonte di minaccia e decidevano indipendentemente l’applicazione della forza senza consultare le organizzazioni internazionali e nemmeno i propri alleati. Un esempio grazie al quale si puo' mostrare dove sono stati portati da questa dottrina e' l’Iraq. E'assolutamente ovvio che l’intervento degli USA in Iraq non era deciso dalla comunit; internazionale.

Adesso in Iraq c’e' una situazione senza via d’uscita.
Non sono sostenitore di Saddam Hussein nonostante conoscerlo a partire dal 1969. Durante la guerra nella zona del Golfo Persico sono stato tre volte in Iraq e l’ho incontrato. Dieci giorni prima dell’intervento americano in Iraq sono stato da Saddam Hussein e oralmente gli ha trasmesso un messaggio del Presidente Putin nel quale l’ultimo appellava al Hussein di lasciare la carica del Presidente e organizzare le elezioni democratiche. 

Tuttavia ai tempi di Saddam Hussein l’Iraq fu uno Stato laico. Adesso praticamente tutti i partiti elencati nel parlamento hanno un carattere religioso islamico. Prima dell’intervento americano in Iraq non fu questa situazione quando sciiti e sunniti lottavano fino alla morte. Non penso che gli USA riusciranno a imporre il federalismo all’Iraq. Se l’autonomia curda esisteva ai tempi di Hussein allora contare sulla struttura federativa nella quale sciiti saranno un’unita' separata federale non c’e' alcun senso.

Ancora prima dell’intervento degli USA in Iraq e' stato pubblicato un libro del Bush-maggiore e di Brent Scowcroft che era il suo consigliere sulle questioni di sicurezza. In questo libro veniva spiegato perche' durante la guerra fredda nella zona del Golfo Persico l’operazione militare si limitava con dei confini di Kuwait e gli americani non hanno raggiunto Bagdad. Gli autori sono arrivati ad una conclusione che se ci fosse abbattuto il regime a Bagdad allora ci sarebbe liquidato il contrappeso all’Iran, e questo cambierebbe la situazione nella regione.

Poi si diceva che in tale situazione non si poteva evitare il caos dal quale sarebbe difficile uscirne. Pero' il Bush-minore e i neoconservatori che lo circondavano non tenevano in considerazione questi ragionamenti e hanno effettuato l’operazione che ha portato la situazione in una via senza uscita. La situazione si cambia con l’arrivo al potere del Presidente Obama. E' difficile presupporre che Obama non desideri il dominio degli USA nel mondo. Nello stesso tempo si capisce che Obama non percepisca questo dominio come l’egemonismo imposto agli altri Paesi.

Nel proprio staff non ha incaricato alcuno dei neoconservatori. Lui ha capito che gli USA abbiano bisogno delle buone relazioni con gli alleati, con la Cina e la Russia. Certo che il futuro ci mostrera' come sara' realizzato il piano in realta'. Contemporaneamente e' chiaro che gli sara' difficile di mantenere questa direzione perche' al livello medio della burocrazia ce ne sono molti di coloro che agiscano sull’inerzia della guerra fredda.

Il governo russo pensa che siano arrivati i cambiamenti e ci vorra' approfittarne per il consolidamento della sicurezza in tutto il mondo. La teoria dell’ordine mondiale unipolare e' finita un’altra volta in una via senza uscita e la realizzazione di tale modello nel futuro prossimo e' impossibile. Anche i tentativi degli USA di esportare la democrazia negli altri stati finiscono nella via senza uscita. 

Questo si vede molto bene con l’esempio dell’Afghanistan. Lo dico con rammarico perche' la Russia appoggio' assieme agli altri Stati la politica indirizzata alla lotta col terrorismo internazionale. Abbiamo la nostra ricca esperienza e sappiamo molto bene che non si potra' risolvere qualcosa per via militare in Afghanistan. Adesso sta emergendo un’altra opzione. E' noto che vengano condotte negoziazioni con talebani. E qui ci sono proprie particolarita'. E' ovvio che il governo afgano voglia arrivare agli accordi direttamente senza americani.
Ne testimoniano le destituzioni dalle cariche dei due ministri, quello della Difesa e quello degli Affari Esteri. Perche' erano legati agli USA abbastanza strettamente. Si puo' concludere che l’amministrazione del governo afgano voglia accodarsi direttamente con talebani pero' questa intesa potra' portare alle conseguenze catastrofiche.
 
Mi sembra che americani in queste condizioni dopo la dimostrazione di una serie dei successi locali cominceranno a ritirare le proprie truppe. Afghanistan e' un problema che adesso non si puo' risolvere. 
Sono lontano dall’opinione che l’Islam far nascere il terrorismo. Pero'la lotta col terrorismo che viene espressa nelle occupazioni degli Stati islamici alla fine porta solo alla situazione quando conflitti bellici avveneranno nel mondo islamico. La seconda via e' una composizione mediorientale dei conflitti come non lo suonerebbe paradossalmente al primo sguardo. 

Mi sembra che adesso ci sia una situazione molto pericolosa nel Medio Oriente. Si puo' presupporre che l’Iran aspetti e consideri reale un colpo sui suoi impianti nucleari dalla parte dell’Israele.  In Iran stanno preparandosi per lanciare una carovana nuova delle navi con gli aiuti umanitari sotto la protezione delle proprie forze marino-militari. Se ci sara' uno scontro in mare con l’Israele questo potra' portare ad un colpo sull’Iran che suscitera' le simpatie della comunita' mondiale perche' questo colpo sara' collegato non all’arma nucleare ma alla rottura dell’assedio del settore Gaza. Non si puo' completamente escludere questa conseguenza degli avvenimenti. 
 
Che cosa adesso sta facendosi col programma nucleare dell’Iran? Secondo i dati ottenuti (furono controllati quando ero il Capo dei Servizi dell’Intelligence Estera), l’Iran non ha alcuna soluzione politica sulla creazione dell’arma nucleare. E' ovvio che l’Iran voglia seguire il modello del Giappone quando tutto sia pronto tecnologicamente e quando prendere una decisione si potra' nelle altre condizioni se ci sara' tale necessita'. Cosa fare? Molti considerano che ci vogliano sanzioni molto severe. La Russia e la Cina hanno un’altra opinione. Le sanzioni devono essere presenti pero' non devono essere troppo dure. Sanzioni e' uno strumento delicato. Se superi la misura avrai risultati a rovescio.

La Russia votava per le sanzioni nel Consiglio della Sicurezza pero' prima del voto e' riuscita cancellare i momenti pungenti della mozione. La nostra posizione viene espressa non solo nello sviluppo dei rapporti con l’Iran che sono negli interessi della Russia e non solo in cio' che sanzioni colpiscano il popolo iraniano. Consideriamo che sanzioni severe possano portare all’unione dell’amministrazione iraniana sul piattaforma estremista.

Tuttavia lo scenario peggiore e' il colpo militare sull’Iran. Questo puo' portare alle conseguenze catastrofiche. Adesso vorrei dire qualche parola sulla crisi economica globale. Non discutero' i motivi perche' sono ben noti. Mi fermo solo su una questione: se ci sara' la seconda onda della crisi collegata alla crisi dell’euro? La crisi nella zona dell’euro ha il carattere sistematico. Durante la formazione del campo integrazionistico l’unione monetaria era esclusivamente la competenza dell’UE.

I Paesi hanno ceduto al livello sovranazionale la stabilizzazione dei tassi d’interesse e il diritto di cambiare il corso dei cambi di valuta. Pero' contemporaneamente l’UE sta costruendosi sulla coordinazione delle unit; economiche indipendenti. Ed  e' avvenuta una rapida espansione dell’UE. Non penso che agira' il sistema “domino” nel modo obbligatorio. Almeno la situazione in Portogallo, Spagna, Ungheria e alcuni altri Stati e' abbastanza seria. Per smorzare la crisi si crea una fondazione con i mezzi finanziari significanti. Queste misure hanno un ruolo positivo nella limitazione dell’influenza della crisi e, probabilmente, anche nella sua interruzione.

Tuttavia nel piano di lunga durata possono essere gravi difficolta' nella vita dell’Unione Europea. Proprio recentemente avevo una conversazione molto interessante con Helmut Schmidt. Lui e' una persona molto saggia nonostante la sua eta'. E come lui vede il futuro dell’UE? Lui dice che nella profondita' i processi d’integrazione non ci arriveranno. Piuttosto sara' creato un nucleo di Francia, Germania, alcuni altri Paesi dove avverra' l’integrazione piu' profonda. E altri Paesi restanti saranno i membri secondari dell’UE. Questa idea potrebbe essere realizzata nella vita. 

Qual e' il posto della Russia in questo mondo? Ci sono dati tradizionali. Anche dopo il crollo dell’URSS la Russia e' il piu' grande Stato del mondo per il proprio territorio. Nel sottosuolo si trova una grande parte fino al 40% delle risorse naturali mondiali. L’unico Paese paragonabile per le proprie possibilita' nucleari e' gli USA, il membro costante del Consiglio per la Sicurezza dell’ONU. Questi dati da soli parlano sul posto della Russia nel mondo moderno. Molto dipende dall’economia. Molti problemi sentiamo piu' forti adesso durante la crisi. La Russia e' stata toccata dalla crisi molto di piu' degli altri Paesi della G20. Perche' e' successo cosi'? Siamo entrati nella crisi avendo le due sproporzioni serie.

Fino al 40% del prodotto interno lordo della Russia viene creato a conto dell’esportazione delle materie prime. Quando i prezzi delle materie prime sono calati  bruscamente e quando la domanda delle materie prime e' stata ridotta per il motivo della crisi siamo capitati nella situazione grave. Posso dire che nella Cina la parte piu' significante del prodotto lordo viene creata a conto dell’esportazione. Pero' dell’esportazione dei prodotti finali, ma non delle materie prime. Percio' uno stratagemma uguale a quello cinese non ne abbiamo avuto. Cosa ha fatto la Cina? Essa la parte maggiore della propria produzione d’esportazione l’ha indirizzata al mercato interno, ha alzato la solvenza della popolazione e del business e cosi' e uscita dalla crisi. Noi non abbiamo avuto alcuno spazio per una tale manovra.

La seconda sproporzione. Siamo entrati nella crisi avendo 500 miliardi del debito corporativo alle banche estere. Questa e' una somma delle scorte di valuta in oro di quel periodo. Come e' stato creato questo debito? Quei mezzi finanziari che erano ricevuti dai prezzi mondiali alti di petrolio e gas non erano investiti dentro il Paese. E percio' era la capitalizzazione delle banche molto bassa. In queste condizioni gli imprenditori erano spinti fuori il Paese per poter guadagnare meglio. La situazione sta aggravandosi anche perche' la maggioranza schiacciante dei mutuatari sono statali oppure con la parte significante dello Stato. Questo e' paragonabile al debito statale. E quando arriva il termine di estinzione di un debito oppure emerge una questione del riscadenziamento dei debiti lo Stato e' obbligato di intervenire e spenderne i mezzi finanziari.
 
Vorrei parlare di altri due problemi. Il primo problema e' quando un’altra volta sono saliti i prezzi del gas e del petrolio e'  emersa una parte significante delle persone che propongono di tornare al modello di sviluppo che esisteva prima della crisi. Lo sviluppo era stabile, redditi reali pro capite crescevano. Cosa c’e' del male? Soprattutto che durante della crisi le misure scelte dall'amministrazione hanno salvato il sistema bancario, un settore vero dell’economia, e hanno portato alla situazione che l’incremento della popolazione sta crescendo lentamente ma molto lentamente. Non abbiamo la disoccupazione che salga rapidamente. Potra' succedere. Pero' ce ne sono altri dati.
 
La Statistica della Russia  ha riportato il riassunto sulla situazione della Russia per gli anni 1992-2008. Sono gli anni delle riforme. La popolazione della Russia si e' ridotta dei sei milioni di persone. Dei 17% e' cresciuto il numero degli ufficiali pubblici. Alla pari della crescita del livello della vita della popolazione e' bruscamente aumentata la sua stratificazione sociale per redditi. La diversita' tra redditi dei 10% dei piu' ricchi e dei 10% dei piu' poveri delle 17 volte. Dei 40 % si e' ridotto il numero delle organizzazioni che effettuano ricerche scientifiche. Il numero degli scienziati si e' ridotto dei 50%. Di tre volte e' aumentato il numero delle tesi discusse. Delle due volte si e' ridotto il numero degli enti di assistenza all’infanzia. Dal 7,5% al 13% e' aumentato il peso dei fondi principali aziendali consumati completamente.

Percio' quando emerge uno slogan di modernizzazione questo non e' uno slogan nato per motivi politici, ma e' lo slogan nato dalla situazione della nostra economia. Molte decisione prese sono corrette ma non vengono realizzate. Oppure vengono realizzate in tale modo quando non seguendo gli obbiettivi messi all’inizio della pianificazione. Vi faro' un esempio. Tutti lo sanno quanto e' importante per aziende durante la modernizzazione sostituire impianti obsoleti fisicamente e moralmente con quelli avanzati.

La Camera di Commercio e di Industria poneva la domanda sulla necessita' di abolire imposte doganali per l’importazione degli impianti di alta tecnologia che non vengono prodotti nel nostro Paese. La decisione appropriata era presa. Hanno abolito anche l’IVA l’imposta sul valore aggiunto. Recentemente abbiamo effettuato una ricerca ed e' venuto fuori che solo i 13% importano proprio quegli impianti che corrispondano alle richieste dei giorni nostri. Perche'? Perche' non dispongono i mezzi finanziari oppure risparmiano e comprano i macchinari obsoleti moralmente.

Un esempio. Nell’Occidente un imprenditore lotta per il proprio profitto e puntando verso il profitto sviluppa il progresso tecnico-scientifico. La nostra economia di mercato non e' adeguata alla concorrenza su  vasta  scala. Il nostro business non ha stimoli di ottenere il progresso tecnico-scientifico. Questa missione e' stata affidata allo Stato. La modernizzazione sara' realizzata perche' capiamo che non si tratta dello slogan ma della necessita' vitale. Il successo di modernizzazione e' abbastanza probabile perche' il potenziale intellettuale del nostro Paese e' significante.

La Russia e' interessata nell’avvicinamento massimo con l’altra parte dell’Europa. Pero' il nostro partner commerciale principale e' l’Unione Europea. Siamo una parte dell’Europa. Pero' penso che non ci accettino nell’Unione Europea. Saranno spaventati che la Russia cosi' grande schiaccia l’Unione Europea. Ma questo assolutamente non significa che non c’e' bisogno di sviluppare relazioni economiche e lavorare per la formazione dell’unico spazio economico. Il nostro atteggiamento verso l’Europa viene dettato non solo dai ragionamenti di geopolitica e della sicurezza unica per l’Europa ma anche dai ragionamenti economici. 

Possibile che il fatto di abolire il sistema dei visti che proponiamo non testimoniasse la nostra volonta' di creare l’unico spazio economico? Prima ci accusavano perche' cercavamo di isolare noi stessi, costruire un muro intorno a noi e adesso diciamo: aboliamo i visti. Cio' che riguarda i rapporti tra la Russia e la Cina quando ero il Ministro degli Affari Esteri, e poi lavoravo nel governo io sempre difendevo un punto di vista sulla necessita' di diversificazione della politica estera. Nei miei tempi ho fatto anche l’idea del “triangolo” cioe' la Russia, la Cina, l’India. Non per creare la formazione militare ma per avere le linee strette che legassero gli angoli di questa figura geometrica. Questa idea ci ha aiutato di instaurare rapporti tra l’India e la Cina. Ed essa e' ancora viva.

Nello stesso tempo capiamo che il Paese piu' forte sul livello economico, politico e militare e' gli USA. E non si puo' ignorarlo. Ma questo non vuol dire che la Russia sara' guidata. Un mio predecessore sulla posizione del Ministro degli Esteri era una persona che diceva che la cosa principale e' collegamenti col mondo civilizzato e tutto il resto non conta. E' assolutamente ovvio che noi abbiamo i nostri interessi nazionali e li difendiamo e difenderemo. 

Traduzione dal russo all’italiano: Olga Juravlyova
Il 9 settembre 2016