La Santissima Trinita

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La Santissima Trinita’. La storia della nascita della famosa icona
(L'articolo ; stato pubblicato per l'apertura della mostra "Trinity" di Andrei Rublev nei film di Andrei Tarkovsky. Italia. Lago D'Iseo. 2015)


  Tutti conoscono l'icona della Santissima Trinita’ di Andrej Rublev: e’ una delle piu’ celebri e misteriose espressioni della pittura iconografica. Cosi’ come la conosciamo noi oggi, questa grandissima opera dell'arte mondiale e’ apparsa agli occhi dei restauratori nel 1919.
  Il soggetto dell'icona si basa sul capitolo 18 del libro della Genesi, dove si descrive Dio che, in forma di tre angeli, appare ad Abramo e a Sara sotto la quercia di Mamre. Molti santi Padri (S. Cirillo d'Alessandria, S. Ambrogio di Milano, S. Massimo il Confessore) erano convinti che in questo testo dell'Antico Testamento si parla dell'immagine della Santissima Trinita’. Per; prima di Rublev, i pittori di icone dipingevano soltanto la scena della vita quotidiana: i tre angeli ospiti di Abramo e Sara, seduti a tavola all'ombra di una grande guercia. Il santo Andrej ha saputo invece incarnare nell'icona il dogma piu’ importante del cristianesimo!
  In che cosa si e’ rivelato lo straordinario genio di Rublev? Guardiamo attentamente l'icona. Anzitutto osserviamo che Rublev ha tolto le figure di Abramo e di Sara. Il ricco allestimento della mensa e’ stato sostituito da una sola coppa, indicata dall'angelo che sta in mezzo. La grande quercia si e’ trasformata in un piccolo albero. Cosi’ l'icona si pu; riconoscere, ma da essa sono scomparse tutte le cose temporali, lasciando posto a quello che e’ eterno.
Dio-Padre, Dio-Figlio, Dio-Spirito Santo. Nell'insegnamento ortodosso la Santissima Trinita’ e’ chiamata: consustanziale, indivisibile, fonte di vita e santa. Come rappresentare la Trinita’ in un'icona, senza perdere nessuno di questi nomi-concetti? Alcuni pittori d'icone dopo di Rubliev disegnarono l'angelo che sta nel mezzo con la croce dentro l'aureola, come nelle icone del Salvatore. Per; indicando il Dio-Figlio perdevano un'altra caratteristica: la consustanzialita’ della Trinita’. Capendo che non si pu; disegnare l'angelo di mezzo differente dagli altri due laterali, altri pittori dipinsero le croci nelle aureole di tutti e tre, per; questo peggiorava soltanto l'errore, perch; la croce nel nimbo e’ assolutamente inammissibile nelle immagini di Dio-Padre e di Dio-Spirito Santo.
Rubliev trov; una bellissima soluzione. La consustanzialita’ e’ trasmessa nella sua icona con il fatto che le figure degli angeli sono dipinte assolutamente nella stessa maniera, e tutte e tre hanno la stessa dignita’. Ognuno degli angeli porta nella mano lo scettro, simbolo del potere divino. Per; gli angeli non sono uguali: hanno diverse pose, diverse vesti. I vestiti dell'angelo di mezzo (la tunica rossa, il manto azzurro e la fascia sopra di esso) sono simili ai vestiti del Salvatore. Due degli angeli seduti a tavola con la testa ed il movimento del corpo sono rivolti verso l'angelo seduto alla sinistra. La testa di quest'ultimo non e’ chinata, il suo corpo non e’ in movimento, e il suo sguardo e’ rivolto verso gli altri due angeli. Il colore tiglio chiaro del suo vestito testimonia la sua dignita’ regale. Tutte queste cose indicano la prima persona dalla Santissima Trinita’. Infine, l'angelo a destra porta un vestito di colore verde. Questo e’ il colore dello Spirito Santo, chiamato Datore di vita. Con pennellate leggere e impercettibili, il gran maestro ci mostra i volti della Santissima Trinita’, ma facendo questo, non infrange il dogma della sua consustanzialita’.
Anche l'indivisibilita’ e’ trasmessa nello stesso modo geniale. L'angelo di mezzo mostra la coppa sulla mensa. Se l'inclinazione del capo ed il movimento dei due angeli verso il terzo, quello a sinistra, li uniscono tra loro, i gesti delle loro mani sono rivolti verso la coppa eucaristica con la testa dell'agnello sgozzato, messa sulla mensa bianca, come su di un trono. Vediamo che gli angeli sono tre, ma la coppa una sola: essa crea il centro composizionale e sensibile dell'icona. E qui vediamo che i tre angeli dell'Antico Testamento si trovano in una conversazione senza parole, il cui contenuto e’ la sorte del genere umano, in quanto la coppa del sacrificio e’ simbolo del volontario sacrificio del Figlio!
L'icona, in cui non c'e’ n; azione, n; movimento, e’ piena d'ispirazione e di una pace solenne. Il pittore ha presentato qui la grandezza dell'amore sacrificale. Il Padre manda il Suo Figlio a soffrire per l'umanita’, e il Figlio, Gesu’ Cristo, e’ disposto ad andare a soffrire e dare se stesso come sacrificio per gli uomini.
Nell'icona ci sono alcuni altri simboli: l'albero, il monte e la casa. L'albero, la quercia di Mamre, e’ trasformato da Rublev nell'albero della vita e mostra che la Trinita’ e’ la fonte della vita. Il monte incarna la santita’ della Trinita’, e la casa il fatto che Dio e’ il primo Costruttore di tutto. La Casa infatti si trova alle spalle dell'angelo con i tratti del Padre (Creatore, Iniziatore della Costruzione), l'Albero alle spalle dell'angelo di mezzo (il Figlio e’ la Vita) e il Monte alle spalle del terzo angelo (lo Spirito Santo).

La storia

L'incontro d'Abramo con i tre uomini fin dai tempi antichi e’ diventato soggetto dell'arte religiosa. Una delle piu’ antiche rappresentazioni di questo avvenimento e’ il mosaico della meta’ del VI secolo nella chiesa di San Vitale a Ravenna.
I tre giovani stanno seduti a tavola sotto la guercia di Mamre, aspettando il pasto. Parlano l'uno con l'altro, questo testimoniano i caratteristici gesti delle mani. Le loro teste sono attorniate da nimbi. Chi sono questi tre personaggi? Gia’ nella Bibbia e’ detto che ad Abramo e’ apparso lo stesso Dio. A chi di questi tre Abramo si e’ rivolto con l'appellativo "Signore!"?
L'interpretazione dell'apparizione dei tre pellegrini ad Abramo e’ uno dei problemi piu’ difficili. Alla base dell'insegnamento cristiano c'e’ il dogma della trinita’ dell'unico Dio: Dio esiste in tre ipostasi, Dio-Padre, Dio-Figlio e Dio-Spirito Santo. Tre ipostasi di Dio, indivisibili e inconfondibili, e’ la consustanziale Santissima Trinita’. Gesu’ Cristo e’ il Dio-Figlio, apparso agli uomini in forma corporea, "sotto l'aspetto del servo", e’ il Logos, il Verbo di Dio, che contiene in s; tutta la pienezza ed il senso dell'essere. Su Gesu’ Cristo, il Figlio di Dio, nel momento del battesimo, scese lo Spirito Santo, e si senti’ "la voce del cielo che diceva: Questo e’ il Figlio mio prediletto". Questa voce era quella di Dio-Padre. Tutto l'episodio era la rivelazione della Santissima Trinita’, della Trinita’ Neotestamentaria.
L'incomprensibilita’ della Santa Trinita’ era riconosciuta gia’ dal momento in cui questo dogma venne accettato dalla Chiesa (nel IV secolo). Gia’ nel II secolo uno dei Padri della Chiesa, s. Giustino il Filosofo, insegnava, che anche se la "Sacra Scrittura dice che Dio si e’ rivelato ad Abramo... questo non era il Dio-Padre. Dio-Padre e’ stato sempre nei cieli, non si e’ mai rivelato a nessuno e con nessuno ha mai parlato direttamente". E s. Giovanni Crisostomo diceva, che "ad Abramo erano apparsi insieme gli angeli con il loro Signore". Questo veniva capito anche nel senso che ad Abramo era apparso Dio-Figlio con due angeli. Invece s. Agostino pensava che ad Abramo sono apparsi tre angeli sotto forma di pellegrini, che erano mandati da Dio e personificavano Dio. L'argomentazione dei Padri della Chiesa nel valutare questo fatto, di cui stiamo parlando, non si distingue in coerenza e rigore. Anche nelle deduzioni essi si contraddicono.
Nonostante questo, nell'Europa occidentale, si e’ consolidato l'insegnamento di s. Agostino. Questo ha trovato la sua espressione nell'arte fino a tempi molto piu’ tardivi: l'illustrazione di questo pu; essere il quadro della scuola di Rembrandt, "Abramo e i tre angeli".
Nella Rus' invece si e’ consolidata l'idea che sotto la forma dei tre pellegrini, che visitano Abramo, si nasconde la Santissima Trinita’, cioe’ il Dio Trino e Uno. E siccome questa visita ebbe luogo molto prima dell'incarnazione umana del Dio-Figlio, che ha portato il Nuovo Testamento, la Trinita’ apparsa ad Abramo viene chiamata Trinita’ Veterotestamentaria.
L'immagine della Trinita’ Veterotestamentaria, come rappresentazione del Dio Trino e Uno, si e’ formata precisamente nella Rus' antica e, nel profondo, non ha analogie nell'arte religiosa rappresentativa a livello mondiale.
L'idea di consustanzialita’, d'indivisibilita’ e d'inconfondibilita’ delle ipostasi della Santissima Trinita’ ha ricevuto la sua piu’ piena espressione nell'opera di Andriej Rubliov.
Nell'icona di Andriej Rubliov non sono rappresentati n; Abramo, n; Sara. Anche tutti i dettagli e i particolari del racconto biblico sono omessi come non essenziali. L'immagine presenta proprio la Santissima Trinita’ ed e’ cosi’ concreta, come lo stesso dogma sulla Trinita’.
L'immagine e’ costruita in una composizione semiovale, poich; l'ovale e’ il simbolo della perfetta uguaglianza ed equilibrio. Come se di questa icona ne avesse parlato Gregorio Palamas: "Ecco il Dio Uno e’ tre ipostasi, e le tre ipostasi sono un Dio Uno".
Le ali degli angeli, che si toccano e soprappongono, separano uno spazio indefinibile, nel quale si forma il piano divino, separandolo dallo spazio normale. Insieme a questo, la prospettiva rovesciata e la composizione semiovale creano uno speciale effetto forte, a quelli che guardano l'icona sembra di trovarsi nel suo fuoco: il Dio Trino e Unico determina, ora e per sempre, la loro sorte personale, la sorte di ogni singolo uomo e la sorte di tutti gli uomini di tutti i tempi.
Il centro composizionale dell'immagine e’ la coppa con la testa del vitello che sta sulla tavola. Qui troviamo il simbolo del sacrificio, che il Dio Trino e Uno compie per la redenzione dei peccati degli uomini. Manda alla crocifissione e alla morte il Figlio che s'incarnera’ ad immagine dell'uomo. Entrando nel mondo sotto forma umana, Dio-Figlio accetta l'infanzia umana, le umiliazioni e le sofferenze umane, la dolorosa morte in croce e la resurrezione come uomo.
Le dita delle mani divine benedicono il sacrificio espiatorio. I nimbi, bianchi "come la luce", splendono sopra le ali degli angeli di una luce di santita’ non terrestre. In questa raffigurazione della Santissima Trinita’, chi e’ Dio-Padre? Chi e’ Dio-Figlio? E chi e’ Dio-Spirito Santo? Molti hanno provato a rispondere a queste domande. Per; non si sono trovati segni chiari che potessero aiutare a fare una distinzione tra le ipostasi.
L'essenza della Trinita’ e incomprensibile. La Trinita’ e’ indivisibile. C'e’ un limite nella possibilita’ di penetrazione del grande mistero della Trinita’ da parte dell'uomo. Andriej Rubliov e’ riuscito ad arrivare a questo limite... La "Trinita’" di Rubliov e’ diventata un modello per gli iconografi russi. Sono apparse molte raffigurazioni in cui e’ stata riprodotta la composizione di Rubliov. Per; tutte queste imitazioni e "riproduzioni" cedono il posto al prototipo.
Al Concilio dei Cento, svoltosi a Mosca nel 1551, lo zar Ivan il Terribile chiedeva: "Adesso gli iconografi disegnano una croce nel nimbo dell'angelo che sta nel mezzo, oppure nei nimbi di tutti e tre gli angeli, invece sulle icone antiche tale croce nel nimbo non era disegnata". Lo zar chiedeva "di vedere, secondo i divini canoni, come era opportuno dipingere questo". La decisione del Concilio dice: "Gli iconografi devono dipingere le icone come nei modelli antichi, come Andriej Rubliov, e sottoscriverle: "Santissima Trinita’" e non devono fare niente a modo loro".
In questo modo, era proibito gia’ da allora, prendersi l'audacia di distinguere fra le ipostasi della consustanziale Trinita’... Per; gli iconografi hanno creato immagini della Trinita’ ("Trinita’ Neotestamentaria), che contrastavano pienamente con la concezione dell'eterno e inconcepibile Dio Trino e Uno. Un esempio palese di questa classe di icone e’ l'icona di Novgorod, la "Paternita’".
Dio-Padre, "mai visto da nessuno", e’ rappresentato come un anziano con canizie, "Vecchio di giorni", Dio-Figlio e’ raffigurato sotto forma di fanciullo che sta seduto sulle ginocchia del Padre e regge nella mani una sfera azzurra con dentro la colomba: lo Spirito Santo.
Dio-Padre non si pu; vedere n; rappresentare. Attraverso il suo figlio, Dio si e’ rivelato sotto forma di uomo, durante il tempo del suo soggiorno tra gli uomini, per; Dio-Figlio era "prima di tutto" e sara’ sempre e non sappiamo come era il suo volto, prima dell'incarnazione. La rappresentazione di Dio-Figlio sotto forma di fanciullo seduto sulle ginocchia di Dio-Padre e’ un'inaccettabile ed e’ una non canonica applicazione del tempo a Dio, la cui esistenza non ha n; inizio n; fine. Se Dio-Figlio adesso e’ un fanciullo, questo vuol dire che "era tempo" quando Lui non esisteva, e "sara’ tempo" quando Lui "crescera’", per; tutti questi cambiamenti sono di ordine temporale e non trovano nessun senso nell'ordine eterno.
Lo Spirito Santo e’ raffigurato come una colomba. Dio-Spirito Santo si e’ rivelato agli uomini sotto forma di colomba, durante il battesimo di Gesu’ Cristo, ed anche sotto forma di lingue di fuoco che scendevano sugli apostoli. Come era lo Spirito Santo nel suo Essere, fuori del tempo e dello spazio, non lo sa nessuno.
Le icone della "Trinita’ Neotestamentaria" erano dipinte ogni tanto dagli iconografi. La Chiesa di solito si rapporta ad esse con prudenza e spirito critico e proibisce di dipingere alcune di esse.



L’immagini:
1. Trinita’. Andrej Rublev. XV s.
2.      Trinita'. Ravenna. VI s.
3.      Paternita'. Novgorod. Inizio del XV s.